Lui & Lei
Regalo d'anniversario

05.08.2023 |
6.502 |
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"Tiro fuori un seno e comincio a succhiarlo, mi tieni stretto mentre continui a muovere i fianchi..."
Siamo a cena, per una volta senza figli, bhe almeno oggi considerando che è il nostro anniversario.Per l'occasione abbiamo prenotato un tavolo in un trabocco, ci aspetta una bella cena a base di pesce che come piace a noi accompagneremo con delle bollicine, l'atmosfera del locale è intima, luci basse, forse i tavoli sono un po' troppo vicini tra loro, ma si sa, in un trabocco lo spazio è quello che è.
Ci sporgiamo un attimo e ci godiamo la vista del mare.
Iniziamo la cena, come al solito stiamo bene insieme, mangiamo, chiacchieriamo, scherziamo, prendiamo un po' in giro quelli del tavolo in angolo che praticamente sono stati sempre al cellulare ognuno per i fatti propri e quella della coppia a fianco che per carità bella è bella ma ha passato tanto di quel tempo a fare foto e selfie...
insomma la serata procede e prima del secondo abbiamo già finito la prima bottiglia... ne prendiamo un'altra dai, oggi tutto è concesso.
Ad un certo punto vai in bagno, quando torni hai una faccia strana,
dubbioso ti guardo e ti chiedo che c'è. Mi sorridi furbetta e mi rispondi "aspetta un attimo", incuriosito attendo guardandomi intorno, tu continui ad avere un espressione strana, ti guardi intorno circospetta poi ti chini un po' e tiri fuori dalla borsa una sorta di piccola pallina di stoffa che mi passi nella mano come se nessun'altro la dovesse vedere.
Interdetto apro l'involto tenendolo nascosto, mi viene un tuffo al cuore quando riconosco il telecomandino dell'ovetto vibrante che abbiamo comprato non so più neanche quanti anni fa ed oltretutto era "incartato" nei tuoi slip.
Ti guardo sorpreso ed eccitato, la tua espressione adesso è un misto di divertimento, soddisfazione e malizia.
Prendo il telecomando in mano cercando di riprendere confidenza con il suo funzionamento... ok più o meno ci sono, nascondo la mano con il telecomandino sotto al tavolo e comincio a giocare.
Arriva la cameriera a portare via i piatti e aumento l'intensità al massimo, ci guardiamo divertiti con un'aria di quasi sfida, te non fai trasparire quasi nulla, ma una mano comincia ad andare sotto al tavolo sempre più spesso e adesso è lì sotto già da un pezzo ormai.
Quando riemerge ti porti le dita verso la bocca (umide di quello che sono sicuro essere il tuo piacere) e le usi per "truccarti", un gloss naturale, noto la luce riflettersi sulle tue labbra al passaggio delle tue dita, continui a seguire il profilo delle labbra fino a quando il gloss non finisce e rimani con le dita "scariche" ancora appoggiate sulle tua bocca socchiusa, poi le labbra si richiudono intorno alle tue dita e succhi l'ultima traccia dei tuoi umori con gli occhi socchiusi, quando li riapri mi guardi, uno sguardo carico di desiderio, il tutto dura appena un attimo ma per me il tempo si ferma, ci sei solo te, penso alle tue dita che un attimo fa ti sono scivolate dentro, ai brividi di piacere che percorrono il tuo corpo, al sapore che avrebbe adesso un tuo bacio... poi la mano torna giù.
Quando la mano riemerge nuovamente la avvicini al tuo bicchiere e cominci a sfiorare il bordo e poi a girare il dito come quando si tenta di fare vibrare il bicchiere, quando effettivamente comincia a farlo scoppiamo entrambi a ridere increduli.
Mi chiedi se voglio assaggiare e mi porgi il bicchiere.
Certo che lo voglio, avvicino il bicchiere e come un sommelier lo avvicino al naso, il tuo odore si mischia all'odore del vino, appoggio le labbra e bevo, trovo molto eccitante cercare di riconoscere le tue note tra quelle del vino... non si sente quanto avrei voluto... do una leccatina solo al bordo, e stavolta riconosco chiaramente il tuo sapore.
Nel frattempo continuo a giocare con il telecomandino, mi piace intervallare delle pause alla stimolazione, di solito dopo la quiete lo faccio ripartire al massimo con la speranza di farti sfuggire un gemito, non mi dai questa soddisfazione, il massimo che riesco a notare è il tuo respiro accelerato.
Ridiamo del fatto che da lontano potremmo sembrare due monchi considerando il fatto che te hai una mano praticamente sempre tra le cosce ed io continuo ad armeggiare sotto al tavolo con il telecomandino.
"Mi rendi le mutandine? Se non me le rimetto subito mi bagno tutto il vestito"
Te le ripasso e vai in bagno a rimetterle.
Dopo un po' che sei in bagno faccio partire un po' di stimolazione a manetta, chissà se sei fuori portata.
Quando torni sei rossissima e trattieni a stento le risate.
Arrivi al tavolo.
-"non hai idea che figura!!! Ma te sei scemo che cavolo mi fai partire!!! Non ci posso credere"
-"Dai dimmi che è successo."
-"sono arrivata in bagno e ne ho approfittato per fare pipì, ma mica la potevo fare con il... allora l'ho tolto e mentre la stavo facendo lo tenevo in mano e ha iniziato ha vibrare, ho fatto un salto per poco cado nel water e poi nel silenzio del bagno quello faceva un casino e non ero neanche da sola, e quello non si spegneva! Maledetto! Mi è toccato rimetterlo così si smorzava il rumore, meno male che ad un certo punto hai smesso. Poi mi vergognavo e volevo aspettare che quella che era entrata dopo di me uscisse, ma quella aspettava che liberassi il bagno oppure era curiosa di vedere chi era la disgraziata con il vibratore in bagno, fatto sta che mi è toccato uscire e sai chi era?
La cameriera!"
Arriva il dolce, maliziosa tiri fuori la mano, con un dito prendi un po' di cioccolato dal dolce e me lo offri, cerco di non esagerare mentre prendo in bocca il tuo dito per gustarmi ciò che mi hai offerto.
"Com'è?" mi domandi sorniona.
"Buonissimo!" poi ti faccio notare che hai le dita rugose come se fossi stata in acqua un'ora e ci rimettiamo a ridere.
Mi viene in mente di ripagarti con la stessa moneta, con qualche difficoltà arrivo alla cappella e inizio a scorrere il dito sulla sua superficie liscia e scivolosa intercettando gli umori che in più di un'ora ormai hanno fatto una bella macchia umida sullo slip, lo tiro fuori (il dito non l'uccello) facendo attenzione a non asciugarlo sulla stoffa, poi
con la punta prendo un po' di cioccolato e te lo offro.
Non te lo aspettavi, sorridendo ti acccosti e succhi, sembra di essere in una di quelle pubblicità ammiccanti di fine anni 90. Non ti soffermi troppo per non attirare più di tanto l'attenzione degli altri tavoli, non c'è questo rischio, quella rincoglionita del tavolo accanto è impegnata a sistemare il bicchiere sporco di rossetto per fare l'ennesima foto da postare e gli altri tavoli sono ormai vuoti.
" È incredibile, è lo stesso dolce ma il tuo mi piace di più"
"Pensa te! Volevo dirti la stessa cosa !!!"
Un po' alla volta finiamo anche il dolce, la cameriera viene a chiedere se vogliamo il caffè, è da un po' che ti sto lasciando in pace e approfitto del momento di distrazione offertomi dalla richiesta della cameriera per trasformare il "mmmmmmmhhhh" di indecisione in qualcos'altro prima che tu dica "no grazie".
La cameriera arrossisce e sorride mentre attende anche la mia risposta.
Dal canto mio posso dire che i suoi capezzoli non mi pareva che si notassero sotto alla camicetta ad inizio serata.
"No grazie, siamo a posto. Possiamo fumare qui?"
"Sì, vi porto il posacenere"
Mentre la cameriera torna con il posacenere ti chini per prendere le sigarette dalla borsa, mi sa che nel farlo hai mostrato più di quello che volevi... o forse è proprio quello che volevi...
Fatto sta che la cameriera ci lascia il posacenere tutta rossa e... sì direi proprio che rispetto a prima i suoi capezzoli si mostrano con maggiore arroganza.
Mi passi una sigaretta... non ci credo, questa proprio non me l'aspettavo, metto in bocca la sigaretta per accenderla e sa di te, il filtro è bagnato dei tuoi umori, ma come ci hai pensato.
Ti godi la mia espressione sorpresa.
Io mi godo la sigaretta "truccata".
Chiacchierando finiamo di fumare.
La cameriera ci porta il conto, lasciamo i soldi del conto con in più una bella mancia per la cameriera e ci incamminiamo verso l'uscita, mi cade l'occhio su una zona più scura sul retro del vestito... mi sa che le mutandine non sono bastate a fare da diga.
Il proprietario ci domanda com'è andata la serata e alla fine prima di salutarci ci chiede se ci può fare una foto e metterla sui social (maledetti social saranno la rovina della nostra società) comunque la serata è andata benissimo, siamo alticci ed eccitati, ci scambiamo un occhiata ed un po' imbarazzati accettiamo.
Prendiamo visione del risultato dello scatto, siamo bellissimi!
Anche il proprietario si complimenta per la bella coppia che siamo, gli ultimi convenevoli e finalmente siamo fuori.
Cominciamo a salire la ripida scala, non c'è nessuno e dopo qualche gradino eccoti una inattesa stimolazione, ti giri mentre sei con i piedi su due scalini differenti, lo spacco si apre offrendomi la vista della tua coscia.
-"Dai!!!"
Ma non è chiaro se sia un monito a smettere o un invito, una sfida...
Non perdo altro tempo ad interpretare il tuo tono, non mi interessa, mi interessa solo quanto è invitante la tua coscia abbronzata.
Allargo lo spacco e mi infilo sotto la tua gonna, il tuo odore è fortissimo, scanso lo slip fradicio e ti lecco sentendo l'ovetto che ti vibra dentro, non so se sei mai stata così bagnata, ti do qualche leccata che ti strappa una serie di uggiolii sommessi, poi mi scansi.
-"Dai non esagerare"
-"Scendiamo in spiaggia?"
Cogli l'invito implicito nella mia richiesta.
-"Sí, ma andiamo un po più in là,è più tranquillo.
Camminiamo qualche centinaio di metri e poi scendiamo in una caletta nascosta.
Mi metto a sedere e te a cavalcioni sopra di me, armeggi con i miei pantaloni, me lo prendi in mano, alzi la gonna e la fai ricadere intorno a noi, scansi lo slip e mi fai entrare, usi l'ovetto per stimolarti il clitoride mentre ti muovi sopra di me, sei caldissima, i tuoi baci sanno di vino e sigaretta.
Tiro fuori un seno e comincio a succhiarlo, mi tieni stretto mentre continui a muovere i fianchi.
Ci baciamo mugolando mentre veniamo entrambi.
Rimaniamo così, stretti, abbracciati, innamorati a guardare il mare.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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